Il Sangiovese difende il territorio ed è sempre più amato dai consumatori

Mantenere una spiccata identità territoriale, puntando su una maggiore morbidezza e colore per soddisfare i gusti dei consumatori del vino. E’ questa la nuova sfida del Sangiovese, vitigno principe in Toscana, resa possibile grazie alla ricerca, che in questi anni ha fatto progressi enormi. Il Sangiovese in Toscana è sinonimo di vini di alta qualità, basti ricordare che della superficie vitata regionale pari a 62mila ettari, ben il 66% (circa 40mila ettari) è costituito da vitigni di Sangiovese. Un vitigno “popolazione”: sono i 80 cloni omologati di Sangiovese iscritti all’elenco nazionale e di questi 20 sono i cloni presenti presso il Nucleo di premoltiplicazione viticola della Toscana. Un patrimonio che si è arricchito in questi anni grazie agli investimenti in ricerca e trasferimento dell’innovazione. Uno studio di Bertuccioli ha evidenziato la riconoscibilità dei vini Sangiovese in base all’odore. 11 i vini selezionati dall’Enoteca Italiana di Siena, fra cui il Chianti Classico, Chianti, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Aglianico del Vulture, Barolo, Primitivo, Nero d’Avola e Negroamaro. Una degustazione – realizzata in collaborazione con Enoteca Italiana – ha poi permesso una valutazione sensoriale dei vini dei terroir: vini a base Sangiovese, Nebbiolo, Pinot noir (Francia), Garnacha (Spagna), Zinfandel (Usa).

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